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A Piacenza un Museo dell’informatica all’Isii Marconi

Lo ha allestito Mauro Scrivani, ex studente dell’istituto tecnico. «La Scuola ci ha dato tanto, restituiamole qualcosa»

Un museo che racconta la storia dell’elettronica applicata all’informatica, ma non una esposizione tradizionale di oggetti “fossilizzati” conservati dietro teche di vetro, immobili, muti testimoni di un tempo passato dove i visitatori passano, guardano e vanno via, ma un luogo dove preservare, riparare, conservare, digitalizzare e condividere in rete un patrimonio fatto di hardware, ma anche di documentazione, software, schemi elettrici, libri e media di vario tipo.

L’idea è venuta Mauro Scrivani, ex allievo dell’ISII Marconi che appartiene a ISIIGROUP, attualmente assistente tecnico di laboratorio presso lo stesso Istituto, che ha concepito l’idea di creare un Museo di Informatica alcuni anni fa (novembre 2006) quando si era reso necessario liberare un magazzino da vecchi calcolatori che sarebbero stati eliminati. La programmata rottamazione dispiaceva a Scrivani perché tutti quegli elaboratori erano dei veri e propri pezzi da collezione ed inoltre riportavano alla mente i bei tempi passati quando ancora gli studenti li usavano nei vari laboratori.  “Per questo – racconta – insieme ad altri colleghi mi sono fatto carico di allestire il Museo con il quale dare una memoria storica di una parte di vita dell’Istituto e nel contempo cercare di restituirgli qualcosa in cambio di tutto quello che ci ha dato a suo tempo.  Personalmente a me ha dato molto, anche se allora non ero riuscito a comprenderlo del tutto. Per questo ho voluto rendergli qualcosa, spendermi per lui, come lui ha fatto per me”.

I pezzi allineati nel Museo provengono dai laboratori di Informatica ed Elettronica dell’ISII ai quali si sono aggiunte donazioni personali di insegnanti e sostenitori. Caratteristica peculiare dell’esposizione è che le macchine presenti sono quasi tutte funzionanti anche se oggi il reperimento dei ricambi risulta essere assai difficoltoso perché, a suo tempo, ogni casa costruttrice utilizzava hardware e software propri andati perduti nel tempo. L’idea di base è stata quella di dare “un’anima” propria all’ambiente, cercando di ricreare l’atmosfera dei tempi nei quali gli elaboratori erano operativi. L’arredamento infatti è costituito da vecchi mobili, tavoli e scrivanie già in dotazione all’ Istituto e che sono stati aggiustati e risistemati. 

Ecco quindi cosa rende affascinante un vecchio computer: è raro poter possedere un oggetto che ha contribuito ad una rivoluzione sociale ed essere contemporaneamente protagonista di quella rivoluzione. Gli ultimi trenta anni comprendono sia la preistoria del personal computer, sia l’era moderna.

“Un primo obiettivo – aggiunge Scrivani – è ora quello di rendere il Museo visitabile, oltre che dai nostri studenti interni, anche da altre scuole e da altre persone interessate a questo tipo di esposizione.

Un secondo obiettivo è quello di ampliare il parco degli apparecchi esposti acquisendo altre donazioni “. 

Per ora il Museo è visitabile solo per appuntamento sia facendone richiesta:

  • all’indirizzo di posta elettronica dell’Istituto PCIS006006@istruzione.it
  • contattando telefonicamente la segreteria al numero 0523 714811.           

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